Personal Paint 6.1 ITA: il made in Italy è sempre di moda!

di Marco Milano

Il servizio migliore che la Cloanto ha reso all'Amiga è certamente "Personal Paint": un programma di grafica 2D in grado di combattere ad armi pari con il mitico Deluxe Paint, e le cui qualità "Made in Italy" hanno fatto sì che anche nella patria mondiale del software Amiga, ovvero nell'Inghilterra che spesso guarda al nostro paese solo come ad un ricettacolo di pirati, esso sia molto diffuso ed ammirato.
Sin dalla sua prima versione, le caratteristiche principali di PPaint sono state: un approccio operativo simile a quello di Deluxe Paint, il rifiuto di utilizzare il modo HAM, la presenza di operatori di effetti speciali sull'immagine tipo "ADPro", le funzioni dedicate ai programmatori in "C", e... le bellissime icone che mostrano direttamente sul Workbench l'aspetto delle immagini presenti su disco!
In questa nuova versione è stata notevolmente aumentata la velocità operativa di molte funzioni, e sono state introdotte numerose novità: supporto di animazioni ANIM 5/7/8 con Storyboard, memoria virtuale, Stereogrammi, supporto di varie schede grafiche, stampa a 24 bit, lettura e conversione di immagini a 24 bit e HAM...
Ce n'è abbastanza per considerare questa versione 6.1 quasi un nuovo programma, soprattutto per il supporto dele animazioni. Esamineremo dunque questo software senza limitarci alle aggiunte rispetto alle precedenti versioni, di cui la 2.1 era stata recensita in modo lusinghiero sul numero 44 (Luglio 93) di EAR. Eseguiremo anche, quando risulti interessante, un confronto con Deluxe Paint in versione Italiana 4.5 AGA.

Il pacchetto
La confezione è esteticamente piacevole, formata da un raccoglitore in cartone colorato plastificato inserito in una custodia dello stesso materiale.
Su quest'ultima sono presenti schermate del programma ed un elenco di caratteristiche, mentre il raccoglitore contiene sia i manuali che i dischetti del software.
I dischetti sono inseriti in una elegante busta in plastica con il simbolo Cloanto, e sono di ottima qualità, contrariamente alle abitudini di molte software house: i due dischi contenenti il programma e le immagini di esempio non sono i classici "bulk", ma sono marchiati Polaroid; il terzo disco, contenente ulteriori immagini ed animazioni, è un SONY ad alta densità (è dunque leggibile solo dai possessori di A4000 o di drive HD esterni).
All'interno del raccoglitore troviamo anche la classica Scheda di Registrazione. Notiamo che in fondo alla Scheda c'è una postilla, la quale ci avverte sul fatto che le informazioni fornite potranno essere memorizzate elettronicamente: un esempio di rispetto per l'utente, in un paese in cui l'assenza di regolamentazione sulle banche dati fa sì che ci si trovi schedati in innumerevoli computer delle più disparate organizzazioni, il tutto ovviamente a nostra insaputa.

Il software
Utilizzeremo per la prova un A4000/040 dotato di 8 Mb di Fast e 2 di Chip RAM, HD IDE da 120 Mb più HD SCSI da 240 Mb, HD removibile SyQuest da 88 Mb e CD-ROM Chinon collegati al controller SCSI-2 Z-3 FastLane.
Appena lanciato PPaint apre uno schermo ad 8 colori, in cui si nota subito la somiglianza "speculare" con Deluxe Paint: gli strumenti di disegno e la palette sono disposti in modo identico, solo che si trovano sulla sinistra invece che a destra; gli Shortcut da tastiera sono simili, e perfino i menu a tendina si presentano nello stesso ordine!
E' un approccio certamente indovinato, in quanto gli utenti abituati all'uso di DPaint si troveranno subito in grado di utilizzare quasi tutte le funzioni del programma italiano; inoltre, non si può parlare di plagio, in quanto basta cliccare con il tasto destro su qualunque strumento, e l'apertura del relativo requester farà apparire subito le differenze sostanziali rispetto al mitico programma della Electronic Arts.
Tramite un requester possiamo selezionare il modo schermo: sono supportate tutte le risoluzioni, AGA e non, sino a 256 colori. Manca solamente l'HAM-8.
Il programma apre anche una "AppIcon" sul Workbench, ovvero una icona che permette il caricamento di immagini nel programma da WB, semplicemente trascinandovi sopra le relative icone.
Una differenza con DPaint consiste nell'indicazione sulla barra dei menu del modo di disegno attivo, dello stencil, dell'uso dei gradienti ecc. non con indicazioni testuali (come in DPaint), ma tramite svariate piccole icone poste sulla barra stessa: una bella idea, ma nelle risoluzioni più elevate esse risultano talmente piccole da essere di difficile decifrazione.
Altra differenza con DPaint è nella Palette presente sotto agli strumenti di disegno, in modalità 256 colori: in PPaint vengono mostrati tutti assieme, mentre in DPaint sono divisi in 4 banchi da 64. Avere tutti i colori sott'occhio è molto positivo, ma ha come contropartita la difficoltà nel selezionare quadratini colorati grandi pochi millimetri!

Gli strumenti principali
I pennelli disponibili sono 4 rotondi, come in DPaint (ma le dimensioni sono comunque variabili dall'utente tramite i tasti + e -), e 3 pennelli quadrati. Il posto del quarto pennello è infatti utilizzato da un'utilissima caratteristica, non presente nel rivale: un gadget di selezione tra ben 9 brush custom! E' così possibile caricare sino a 9 brush, e passare velocemente da uno all'altro.
Seguono, come in DPaint, i gadget delle modalità di disegno: linea spezzata, continua, rette, quadrati, cerchi, ellissi, poligoni (tutti sia pieni che vuoti), il classico "fill" per riempire aree definite e l'aerografo. Come vuole l'ultima moda, invece delle classiche curve presenti in DPaint, sono state implementate le utili curve di Bezier.
Le finestre di controllo di tali strumenti (quelle attivate tramite il tasto destro) sono in generale più eleganti ed intuitive di quelle di DPaint, ed hanno due grossi vantaggi rispetto a quelle: possono essere spostate nella posizione più comoda, e mentre sono aperte permettono la selezione tramite mouse dei colori base delle sfumature direttamente sul disegno presente a schermo.
Per quanto riguarda le sfumature, o gradienti, è decisamente migliore l'implementazione di Deluxe Paint, che prevede più serie di sfumature contro l'unica serie possibile in PPaint; inoltre, il programma italiano risulta visibilmente più lento nel riempimento sfumato di aree.
L'aerografo funziona esattamente nello stesso modo nei due software, anche se è un po' più veloce in PPaint.
Segue l'icona dedicata ai testi. La finestra di selezione dei Font è più ampia e meglio organizzata di quella di DPaint, permettendo di vedere tutte le dimensioni presenti in un sol colpo (visualizza anche gli attributi). L'inserimento del testo è notevolmente migliore nel programma italiano: è possibile spostare sullo schermo più righe di testo, semplicemente premendo il tasto destro, e si può editare ogni riga spostando il cursore e cancellando i caratteri con i tasti "Del" e "BackSpace", tutte cose impossibili con DPaint.
Dopo l'icona di elaborazione immagini, di cui parleremo più avanti, c'è l'utile griglia: attivandola, tutto ciò che disegneremo sarà conformato ad una griglia a passo definibile, cosa ottima per disegni geometrici.
Tocca poi al ritaglio Brush, il cui funzionamento è identico nei due programmi: ritaglio semplice, con "Cut", a mano libera.
La lente d'ingrandimento è un altro punto a favore di PPaint: la finestra di Zoom è dotata di gadget di scorrimento, la zona di ingrandimento è definibile con il mouse, ed un'apposita icona consente rapide zoomate.
In Deluxe Paint è presente anche l'icona per le funzioni di Prospettiva, che sono assenti in PPaint. In quest'ultimo però, le funzioni di Undo/Redo sono a più livelli: memoria permettendo, è possibile ripercorrere all'indietro tutte le operazioni compiute!
Questa è solo una parte dell'articolo estratta da il numero di 65 (Giugno 1995) di Enigma Amiga Run per ordinare l'arretrato chiamare il numero (02)38.01.00.30 dalle ore 10:00 alle ore 12:30





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